Per la realizzazione di un microfilm, generalmente viene usata una pellicola 16mm o 35mm non perforata.
Una bobina 35mm può contenere dalle 600 alle 800 immagini, mentre per il 16mm sono circa 2400 immagini
La tecnica che si utilizza è quella della fotoriproduzionem quindi banco di riproduzioni con ai lati due braccia che sorreggono 4 lampade a luce fredda, illuminando così in modo omogeneo il piano. La macchina da microfilm, viene posizionata sull'asse verticale del banco in modo che il piano pellicola sia posizionata in parallelo con il documento da riprodurre. Naturalmente per una buona riuscita del lavoro, è fondamentale far valere tute le tecniche della fotografia, come l'esposizione, la messa a fuoco, la profondità di campo etc.
La tecnica della scansione del microfilm costituisce ormai il futuro dell'archiviazione di documenti, in connessione con il personal computer, tramite la conversione in digitale di documenti microfilmati.
I vantaggi legati all'utilizzo di questa tecnica sono molti.
In primis si viene a a ridurre il rischio usura del microfilm, legato alla consultazione, in quanto vengono manipolato soltanto il lavoro di digitalizzazione.
Secondo c'è una riduzione degli spazi occupati dalle bobine, poichè la consultazione avviene tramite un personal computer inserendo un cd o dvd.
Terzo c'è la possibilità di masterzzare il cd o dvd creando così in tempi brevi e poco onerosi copie del documento.
Per ultimo, ma punto focale della gestione degli archivi, è che una volta digitalizzati, tramite programmi di indicizzazione ed archiviazione, vengono catalogati, per anno, opera, autore etc. e raccolti in pubblicazioni elettroniche.
Il microfilm è una pellicola e come tale fedele, viene garantita dalle case costruttrici per 500 anni ed attualmente non ci sono supporti con garanzia superiore, ma in alcuni casi ne viene richiesta la duplicazione, che avviene trgamite una macchina altamente professioanle ben specifica. Le esigenze della duplicazione possoo essere molte: motivi di scambio interbibliotecario, motivi di studio, e per acquisizione informatica. Quest'ultima operazione conferisce al documento digitale la più totale versatilità